Valencia, 6/12/2020 (fonte Fidal.it) - La rivoluzione a Valencia. Sulle strade spagnole si corre la più spettacolare mezza maratona di tutti i tempi, con quattro uomini sotto il precedente record del mondo e sotto la soglia dei 58 minuti, fin qui mai violata.

È il giorno del keniano Kibiwott Kandie, autore di un sensazionale 57:32 sulla distanza dei 21,097 km, tempo che migliora di ben 29 secondi il precedente primato stabilito lo scorso anno dal connazionale Geoffrey Kamworor a Copenaghen (58:01). Ma c’è gloria anche per l’ugandese campione del mondo della specialità Jacob Kiplimo, pur battuto in volata, capace di 57:37, così come per il debuttante keniano Rhonex Kipruto (57:49) e per l’altro keniano Alexander Mutiso (57:59). Nella giornata in cui l’azzurra Valeria Straneo (Laguna Running) non riesce nell’intento di centrare lo standard olimpico per Tokyo chiudendo la maratona in 2h37:04 (37esima) e l’altro azzurro Daniele D’Onofrio (Fiamme Oro) debutta in 2h15:40 (59esimo posto), Valencia è velocissima anche nei 42,195 km: la corsa spagnola diventa la terza al mondo dopo Berlino e Londra grazie alle 2h03:00 del keniano Evans Chebet che sbarca nella top ten di ogni epoca al sesto posto superando in volata il connazionale Lawrence Cherono (2h03:04, settimo all-time) e lasciando all’etiope Birhanu Legese il terzo posto in 2h03:16. Anche tra le donne è un dominio keniano con la campionessa del mondo della mezza Peres Jepchirchir che impressiona con il quinto crono di sempre (2h17:16) sulla connazionale Joyciline Jepkosgei (2h18:40). Soltanto Kosgei, Radcliffe, Keitany e Chepngetich meglio della Jepchirchir nella storia.

KANDIE SUPER, DIBABA CHE ESORDIO - Per Kandie, 24 anni, è la terza vittoria in una mezza in questa stagione dopo i successi di Ras Al Khaimah in febbraio e di Praga a settembre, dove aveva fissato il suo precedente limite di 58:38, oggi frantumato a ritmo di 2:44 ogni mille metri. Ed è anche la rivincita sul ventenne Kiplimo che l’aveva sconfitto ai Mondiali di specialità a Gdynia a metà ottobre. Tra le donne, il debutto è vincente (e il migliore di sempre) per Genzebe Dibaba. L’esordio in mezza maratona dell’etiope primatista del mondo dei 1500 metri è notevole: 1h05:18 nella prima e unica gara di questa stagione. Staccata la keniana Sheila Chepkirui (1h05:39) e l’etiope Senbere Teferi (1h05:51). Valencia, a conti fatti, non tradisce. La profondità tecnica del cast lasciava ipotizzare fuochi d’artificio. Che in effetti non mancano, fin dal primo metro. I migliori della prova maschile procedono in gruppo sino a tre chilometri dal termine. Fenomenali i passaggi al quinto km (13:37) e al decimo (27:25), mentre quello al 15° km è leggermente meno veloce di quanto realizzò Kamworor a Copenaghen 2019 (41:10 oggi, 41:05 il “world best” di Kamworor). Ma il finale è tutto d’un fiato, agonisticamente da brividi: Kandie allunga intorno al diciottesimo, Kiplimo reagisce, rientra e sembra avere energie per sbarazzarsi del rivale, Kipruto invece è lontano e allora diventa un affare a due, e nella volata conclusiva il più brillante è il keniano Kandie, a segno sulla passerella della Città delle Arti e delle Scienze. 

VALENCIA, QUARTO RECORD 2020 - Sempre più “città del running”, dunque. E il digiuno da grandi maratone a causa del Covid-19 è stato ripagato in una mattinata strabiliante. È il quarto record del mondo siglato a Valencia nel 2020 e si aggiunge al primato di Rhonex Kipruto nei 10 km su strada (26:24), dell’ugandese Joshua Cheptegei nei 10.000 (26:11.00) e nei 5000 dell’etiope Letesenbet Gidey (14:06.02). Ma basta ripercorrere a ritroso gli ultimi anni per ricordare anche i record (poi battuti) di Cheptegei nei 10 km nel 2019, dell’etiope Netsanet Gudeta nella mezza “only women” nel 2018 e della keniana Joyciline Jepkosgei nella mezza del 2017.

MARATONA - In perfetta tabella fino al venticinquesimo chilometro, con un passaggio alla mezza (1h14:17) che è in linea con quanto auspicato alla vigilia, la primatista italiana di maratona Valeria Straneo comincia però a soffrire nel segmento che porta al km 30 e deve rinunciare, almeno per oggi, alla prospettiva del “minimo” olimpico di Tokyo (2h29:30). Nella sua terza presenza consecutiva sulle strade di Valencia, a 44 anni, la vicecampionessa mondiale di Mosca 2013 e argento europeo di Zurigo 2014 dà fondo a tutte le proprie forze e riesce comunque a portare a termine la gara. Si comporta piuttosto bene Daniele D’Onofrio, 27 anni, campione italiano in carica della mezza maratona come la Straneo: transita a metà gara in 1h06:47 e completa dignitosamente la sua prima avventura sui 42,195 km, corsi in un contesto pieno zeppo di stelle della specialità, con misure anti contagio stringenti e in condizioni ambientali estremamente favorevoli (start intorno ai 7 gradi, al traguardo 13). E se tra le donne la keniana Jepchirchir si migliora di oltre sei minuti e impreziosisce la propria fantastica stagione - già oro e record del mondo ai Mondiali di mezza a Gdynia - con l’arrivo in solitaria tra le opere architettoniche di Calatrava distanziando Jepkosgei e la namibiana bronzo mondiale di Doha Helalia Johannes (2h19:52), al maschile è superlativo lo spunto allo sprint di Chebet che spalla a spalla con Cherono si aggiudica il derby tutto keniano, dopo che la coppia si era smarcata dal più accreditato Legese in prossimità del passaggio al quarantesimo chilometro e in precedenza dal keniano Amos Kipruto (2h03:30). In chiave europea, da segnalare i record nazionali di Spagna (Ayad Lamdassem, 2h06:35) e di Germania (Amanal Petros, 2h07:18), meglio del primatista continentale, il turco Kaan Kigen Ozbilen (2h08:50). Altre curiosità statistiche che tratteggiano una maratona straripante: in undici sotto le 2h06, in trenta sotto le 2h10, in quarantuno allo standard olimpico di 2h11:30. E tra le donne in sei finiscono sotto le 2h20.

STRANEO: “LE GAMBE NON GIRAVANO” - L’analisi di Valeria Straneo: “Obiettivo assolutamente non raggiunto - commenta dalla Spagna - non è stata giornata, ero già in difficoltà a livello muscolare dal quinto chilometro, le gambe non giravano come avrebbero dovuto, mi sentivo affaticata. Sono riuscita a rimanere in gruppo fino alla mezza, con ottimi passaggi, poi tra il 25esimo e il 30esimo ho perso contatto dal mio gruppo e ho pensato anche di ritirarmi perché ormai l’obiettivo era sfumato. Ma mi dispiaceva mollare dopo una preparazione così lunga e quindi, almeno, mi sono presa la soddisfazione di arrivare fino in fondo”. A mente fredda i ragionamenti saranno approfonditi, insieme al suo allenatore Stefano Baldini: “Non posso assolutamente dire che abbiamo sbagliato qualcosa nella preparazione - prosegue Straneo - evidentemente a 44 anni il mio fisico non riesce a smaltire i lavori come prima. Ora valuteremo, con molta tranquillità e la massima serenità, se è arrivato il momento di chiudere con l’atletica di alto livello, almeno per quanto riguarda la maratona”.

D’ONOFRIO: “CONTENTO, L’HO FINITA CON IL CUORE” - “Prova superata! - esulta Daniele D’Onofrio, allenato da Luciano Di Pardo - sono contentissimo di come sia andata, è una prima volta che mi dà tanta fiducia in vista della prossima maratona che probabilmente farò ad aprile. Dal trentesimo chilometro in poi, quando la lepre ha terminato il proprio lavoro, il mio gruppetto si è sfilacciato e sono rimasto da solo. Poi sono riuscito a superare una crisi avuta intorno al 37° km: è il cuore che mi ha portato all’arrivo. In generale ho provato sensazioni ottime, ho corso con facilità, a volte uscivano anche chilometri sotto i tre minuti e mi dicevo di non esagerare. Adesso so che posso passare sotto l’ora e sei minuti alla mezza e ho capito dove posso migliorare”.

 

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